“IL SOMMO POETA ED IL CANTICO DEI DICIOTTO GIOVINETTI DI CHIOS”
un'opera del pittore Bruno Giustiniani
L'artista contemporaneo Bruno Giustiniani
ha rappresentato, in un enorme "olio su tela ed oro" (cm 230 x 430),
il tema del "massacro dei Giustiniani a Chios del 1566".
L'episodio storico avvenne il 14 aprile 1566 quando il comandate ottomano Kapudanpascià Pialì
conquista l'isola di Chios, nel Dodecaneso greco, amministrata dalla famiglia Giustiniani per conto
della Repubblica Genovese, uno degli ultimi baluardi latini in oriente. L'isola
fu saccheggiata e l'élite genovese imprigionata e portata a Costantinopoli. I
figli dei Governatori Giustiniani, ventuno giovinetti tra i 12 e i 16 anni, furono
separati dai genitori e costretti ad abiurare la fede cattolica; tre di loro
riuscirono a fuggire, gli altri 18 furono
uccisi dopo atroci torture il 6 settembre 1566 per aver rifiutato la conversione
all'Islam. La cronaca dell'episodio è contenuta nel manoscritto:
"La gloriosa morte de' diciotto fanciulli Giustiniani patritij genouesi, de' signori di Scio, scritta dall'abate Michele Giustiniani del sangue stesso, e celebrata da diuersi eruditi ingegni d'Europa".
L’evento fu importante e drammatico non solo per Genova ma per tutta
la cristianità. Il papa San Pio V, appresa la notizia nel corso del concistoro dei cardinali, scoppia in lacrime e successivamente canonizzerà i "i 18 fanciulli".
La potente famiglia dei Giustiniani volle ricordare l'episodio con un affresco per adornare il soffitto della sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale di Genova incaricando nel 1715 Francesco Solimena
(quadro qui a destra).
Nel 1777 il dipinto andò distrutto in seguito ad un incendio (un bozzetto è esposto
al Museo di Capodimonte di Napoli
ed una copia fedele fatta da Corrado Giaquinto è esposta a Palazzo Rosso a Genova)
ed i Giustiniani, dopo aver tentato il restauro dell’opera, fecero fare un
nuovo affresco al veneziano Gian Domenico Tiepolo. L'opera, a causa del suo deterioramento nel 1866, fu coperta dall'"Allegoria del commercio dei liguri" di Giuseppe
Isola che attualmente adorna la sala del Palazzo Ducale di Genova. Nello
cappella dello stesso Palazzo l'episodio è anche rappresentato da
un affresco di Giovan Battista Carlone su cui è
posta la scritta:"... le loro grandi anime, per
ritrovarle, sotto le percosse intrepidamente persero" (magnas animas, ut
invenirent, constantissime perdiderunt).
Bruno Giustiniani riprendendo
il tema iconografico dell'episodio storico, rappresenta i "diciotto giovinetti" in cammino per la loro nuova meta attesi dal Cristo che abbandona la sua croce per accoglierli nel suo regno. Sono ad osservare
il loro arrivo Dante e Giustiniano così come narrato nel sesto capitolo del Paradiso dantesco,
accanto a loro ci saranno alcuni tra i personaggi principali delle famiglie
genovese e veneziani in un'ideale Pantheon, i veneziani: San Lorenzo Giustiniani
e la beata Eufemia
ed i genovesi: Giovanni Longo, Leonardo da Chio
(arcivescovo di Mitilene) i
vescovi Angelo (Ginevra), Agostino (Nebbio),
Giulio (Ajaccio),
Vincenzo (Gravina
di Puglia) ed i
cardinali Benedetto e Vincenzo Giustiniani, sullo sfondo le tre croci
infuocate del Golgota a simboleggiare la similitudine tra il martirio di Cristo e quello dei
diciotto giovinetti.
Il talento naturale e la passione profonda di
Bruno Giustiniani per le arti figurative, la
pittura e la scultura, appare evidente in
quest'opera sotto il duplice profilo tecnico e
creativo. Nel dipinto, il cui soggetto appare
prioritariamente spirituale, emergono due
componenti virtuali e motivazionali: quella
simbolistica, connessa anche ai personaggi
dell'antico casato genovese dei Giustiniani, e
quella espressionistica.
La causale simbolistica è costituita da diversi
elementi. In alto, sul fondo alla nostra destra, le
tre croci avvolte da un apparente incendio. In
basso, due gruppi di figure: le "toghe rosse"
vestono "dieci tra Santi, Beati e Cardinali"
della famiglia Giustiniani, al seguito di Gesù
Cristo miracolosamente risorto. Alla nostra
sinistra, le "toghe bianche" vestono i "diciotto
fanciulli di Chios", espressione di purezza,
sacrificio, devozione, umiltà. Gesù va incontro
ai fanciulli, le "toghe bianche", accompagnato
dalle "toghe rosse". L'asse simmetrico che li
divide scopre, da un lato, il Cristo con le mani
tese verso i fanciulli, dall'altro, leggermente
arretrato, un testimone in abiti medievali.
La componente espressionistica consiste
nello stile e nella tecnica con cui è realizzata
l'opera pittorica. In primo piano i due gruppi
divisi dall'asse di simmetria. Alla nostra destra
prevale il rosso, alla sinistra il bianco, mentre
Gesù è vestito di rosso e bianco, i colori della
bandiera di Genova e di San Giorgio, ovvero,
la croce rossa su campo bianco, simbolo
della partecipazione alle Crociate. I corpi dei
personaggi si muovono e i loro sguardi
confermano la volontà dell'artista di dare
un'intensa, motivata espressività alle figurazioni.
In secondo piano, i monti bruniti delle ore serali,
in nero/grigio/marrone/azzurro, evidenziati con
pennellate tipicamente espressionistiche.
In terzo piano, il cielo di un azzurro serale in cui
è presente qualche nuvola bianca, e alla nostra
destra una vistosa chiazza gialla che avvolge e
nasconde le tre croci.
Considerati tutti i fattori, si desume questa
opera pittorica quale prodotto di una profonda
meditazione artistica e filosofica, un atto
creativo che fonde le avvincenti esperienze
della storia dell'arte (la rappresentazione dei
temi religiosi, i ritratti di nobili e di grandi
personalità del passato), con il tema raffigurato
attraverso il linguaggio espressionista
contemporaneo.
La composizione simbolistica, volutamente
ibrida, si ispira a personaggi dei Vangeli e
personaggi estranei ai fatti evangelici, attinti
dalla storia della dinastia Giustiniani.
Sotto il profilo pragmatico, le notevoli dimensioni
del dipinto e il soggetto religioso, con le sue
innovative peculiarità tematiche, impongono la
collocazione dell'opera in un ambiente consono
e adeguato, quale un luogo sacro, ad esempio
la chiesa gentilizia dei Giustiniani, o un
prestigioso palazzo aperto al pubblico: in uno
spazio ben visibile ai visitatori.
La tela è stata presentata il 18 settembre 2022 a Genova (Palazzo Ducale, Sala
del minor consiglio) in occasione delle Giornate Europee del patrimonio (il video della
presentazione) ed è
attualmente visibile insieme ad altre opere dell'artista fino al 27 novembre
2022, nella personale "Sol omnibus lucet"
nel coro della Chiesa di Santa Maria di Castello a Genova (il video del vernissage nella Chiesa)
Genova: mostra di Bruno Giustiniani, evento con eco nazionale (Dentro Salerno del 22 settembre2022)
Chiesa Madonna delle Grazie e Mons. Giustiniani. Un quadro, la famiglia Giustiniani, la chiesa Madonna delle Grazie, Francesco Solimena. Da Genova a Gravina
(Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari Gravina life)
Salerno: critico d’arte Franco Bulfarini su opere di Bruno Giustiniani “Pittore innovativo, grossa carica sociale e spirituale” (Dentro Salerno del 3 agosto 2021)
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