Grandioso complesso appartenente alle Ville del Polesine, recintato
risalente al sec. XVI, ristrutturato nel medio Settecento ed ampliato anche
nell'Ottocento, appartenuto alla famiglia Giustiniani di Venenzia. Cappella del 1758
restaurata nel 1884.
Visitabile con permesso degli attuali proprietari
S. Martino di Venezze, Centro situato a 12 km a nord-est di Rovigo, nel medio Polesine, a
6 m s.m. sulla destra dell'Adige. Comune di 31,10 km2 con 4104 abitanti; produzione di
cereali, barbabietole da zucchero, uva da vino, mele, patate e foraggi; industrie tessili
e dei materiali da costruzione.
Il fenomeno della villa si manifesta in Polesine solo a partire dal 1516, dopo essere
stato per oltre un secolo oggetto di violente controversie tra il Ducato di Ferrara e la
Repubblica Veneta. Con l'avvento della Serenissima comincia un lungo periodo di pace e di
relativo benessere che durerà quasi tre secoli, sino al Trattato di Campoformio del 1797.
Favoriti dal nuovo clima politico, i nobili veneziani e numerosi esponenti della nobiltà
emiliana (proprietari di vaste estensioni lungo la fascia rivierasca del Po e dell'alto
Polesine) scoprono che viverci è gradevole grazie anche ai grandi lavori di bonifica. Le
prime "nobili case de campagna" erano case modeste che diventeranno col tempo
più ricche. Molte delle Ville d'arte che sorgono in Polesine, riprendono la
particolarità di alcune costruite sulla Riviera del Brenta, ovvero accade che la villa
sia accessibile quasi esclusivamente per via d'acqua in prossimità di fiumi e canali
navigabili. Ciò consentiva alle nobili famiglia veneziane di raggiungere comodamente le
proprie Ville risalendo il fiume con un percorso più sicuro delle strade. Il fatto di
sorgere lungo i corsi d'acqua conferì alle Ville del Polesine una particolare
suggestione, ma fu anche una delle principali cause della loro decadenza: col tempo,
infatti, gli alvei dei fiumi e dei canali si sono elevati e con essi si sono
necessariamente innalzati gli argini. Le Ville polesane sono tutte irrimediabilmente
scisse dai fiumi, rispetto ai quali risultano addirittura affossate, oppresse quasi dagli
alti argini che su di loro incombono. Il fenomeno artistico della Villa polesana è legato
all'espandersi del dominio veneziano che si affievolisce e quasi scompare non appena ci si
avvicina alla fascia rivierasca del Po dove l'influenza veneta cede il posto a quella
emiliana, particolarmente della vicina Ferrara. Per motivi di carattere storico ed
ambientale mancano, in Polesine, Ville gotiche e del primo Rinascimento; le più antiche
tra di loro sono del sec. XVI (Nani Mocenigo a Canda, Schiati a Ficarolo, Badoer e Grimani
a Fratta Pol., Dolfin a Lendinara, Morosini a Polesella, Ariosto a Bagnolo di Po, Lardi a
Papozze, Salvioni a Pontecchio Pol., Grimani a Grompo, Manin a Nogarazze, Venezze a
Saline, Cagnoni a Gognano). Più numeroso e di notevole qualità il gruppo di Ville del
sec . XVII (Grassi a Baricetta, Pellegrini a Salvaterra, Roveri a Calto, Oroboni a Fratta
Pol., Manfredini a Gaiba, Bentivoglio a Giacciano con Baruchella, Pelà a Loreo, Armellini
e Rosetta a Polesella, Cappello a Pontecchio Pol., Moro a S. Bellino, Lazzarini a S.
Martino di Venezze, Pepoli a Trecenta, Bernardo a Pincara, Patella a Villadose) e quello
del sec. XVIII (Bellettato, Cornoldi, Davì, Dolfin a Fratta Pol., Menotti a Lama di
Gavello, Selmi a Polesella, Tiepolo ad Albarella, Emo a Cà Emo di Adria, Papadopoli a
Smergoncino, Torelli ad Arquà Pol., Longhi e Sarti a Crespino, Morosini e Colognesi a
Fiesso U., Barbirolli-Tracanellai a Rovigo Camerini a Stienta, Zeno e Nani a Taglio di Po,
Trebbi a Trecenta). Non mancano, per finire, gli esempi ottocenteschi dell'epoca
neoclassica (Zambelli a Ceneselli, Contarini a Contarina, Marzolla a Crespino).